Storie | #StorieDalGiro

Abbiamo una storia
e delle storie da raccontare

“Ero un grande tifoso di Gianni Bugno e andavo matto per le volate di Cipollini. Lavoro per un’agenzia di eventi e ora sono al seguito del Giro per lavoro. Stare qui è meraviglioso, il ciclismo è uno degli sport più belli che ci siano. Io ho sempre fatto altri sport nella vita ma ho sempre ammirato il ciclismo e i corridori. Come fanno ad andare così forte in salita non lo so. W il ciclismo!”.

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“Stavo riposando gli occhi prima dell’arrivo di tappa, così riuscirò a vederlo meglio!”.

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“Vado in bici. Lo pratico a livello dilettantistico, ma prevalentemente seguo i miei figli. L’ultima volta che l’abbiamo visto passare era il 2000. Questa posizione è tattica, l’ho scelta per lo più per il cane, così anche lui riesce a vedere la corsa”.

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“Seguo il Giro solo quando passa di qua, ma è una cosa che mi piace moltissimo!”.

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“Faccio sport, adesso un po’ di vela, prima lancio del disco. Ho vinto i regionali in Veneto, gareggiavo per la marina. Il ciclismo no, la mia stazza non è proprio adatta. Ho paura che a salire sulla bici le ruote diventino quadrate. Il Giro però è qualcosa di unico,  porta gente, fa conoscere il territorio, riesce a legare regioni che, a volte, tendono quasi ad essere rivali tra loro. E’ un flusso di gente e sangue italiano che si mescola”.

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“Stiamo facendo il nostro Giro del Gargano in Vespa, non siamo appassionati di ciclismo, ma è una bella coincidenza esserci incontrati qua col Giro. Abbiamo fatto la stessa discesa dei corridori, noi in Vespa, loro in bici: siamo arrivati un quarto d’ora dopo di loro. Incredibile come vanno!”.

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“Noi abbiamo conosciuto il Giro nel 2004. Siamo di Giffoni Valle Piana e quell’anno fu città di tappa. Da allora andiamo a guardare almeno una tappa del Giro all’anno, sempre insieme, ma siamo stati anche al mondiale a Firenze del 2013. Quest’anno abbiamo voluto vedere anche le “Strade Bianche” e adesso siamo qui. Faremo 700 chilometri tra andata e ritorno. Domani, salvo imprevisti lavorativi, vorremmo andare sul Blockhaus. Due di noi lavorano ma vorremmo tenere saldo il gruppo.”

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“Da piccolino guardavo il giro con il nonno. Lui è sempre stato un amante del Giro e mi ha trasmesso questa passione. Da maggio in poi, il pomeriggio, dalle 3, ci mettiamo davanti alla TV per guardare il ciclismo, prima il Giro, poi il Tour e la Vuelta. Oggi non è potuto venire, è rimasto a casa. Io sarò i suoi occhi, speriamo di vedere Nibali. Per il nonno è lui che deve vincere il Giro. Per noi due è una vera malattia il ciclismo. Ci ho fatto anche la tesina delle medie, su come Bartali, con la sua bicicletta aiutò gli ebrei italiani portando loro i documenti falsi per salvarsi. Il ciclismo non è solo uno sport è la metafora della vita e il Giro è l’emblema dell’Italia stessa, rappresenta gli italiani.”

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“Questo cartellone l’ho fatto perché Pantani è il nostro idolo e quella di Scarponi è stata una tragedia, non solo per il ciclismo. Abbiamo voluto ricordarli all’arrivo, oggi, perché è giusto così. Sono 2 persone da ricordare e rimarranno sempre per chi ama il ciclismo. Io sono follemente innamorato del ciclismo, l’ho praticato per 8 anni,ho corso fino ai dilettanti e, anche adesso che ho smesso, la passione resta intatta, per il ciclismo…e per il Foggia. ‘za Fo’!”.

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