Storie | #StorieDalGiro

Abbiamo una storia
e delle storie da raccontare

“Sono arrivato qui da Belluno, saranno 50km ma è bella dura e non penso di salire fino in cima al Pordoi. Rimango qui seduto sul paracarro e aspetto, tanto qui si trova sempre qualcuno con cui scambiare quattro parole.” 

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“Siamo qui da ieri sera e siamo morti di freddo in tenda stanotte. Ogni anno facciamo almeno una tappa quando passa qui vicino a casa. Il cartello del Castello di Godego lo portiamo sempre con noi, così se il Giro non passa per Godego, Godego viene al Giro.”

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“Qui siamo al Colle Santa Lucia e stiamo allestendo il locale coi palloncini in attesa del passaggio dei corridori, col sole splendido di oggi possiamo star fuori fino a stasera.” 

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“Sono appassionata di ciclismo e non vedevo l’ora che passasse di qua il Giro, oggi la Tappa la sentiamo nostra.”

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“Per me pedalare è una preghiera. La bici mi ha fatto ritornare ad essere un bambino normale quando persi una gamba a causa di un cancro. Il ciclismo fu il primo sport che ripresi, con un pedale adattato per permettermi di pedalare con la protesi. All’inizio pensavo di non farcela e poi non sono più sceso. Ogni giorno dell’anno io pedalo, e non è solo uno sport ma è tornare a essere un ragazzo normale. All’inizio andavo con i pantaloni lunghi perché mi vergognavo di mostrarmi. Poi col caldo estivo sono stato costretto a mettere i pantaloni corti e vedevo come fossero sorpresi. Lì ho capito che non dovevo vergognarmi della mia storia ma esserne orgoglioso. Il bello è che nel mondo siamo tanti e di ogni genere diverso, ognuno ha una sua storia, e questa varietà è un tesoro.” 

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“Per il rifornimento è importante la posizione, bisogna essere comodi per distribuire acqua e alimenti. A volte ci sono strade strette, a volte molto larghe ed esposte al vento, e quello è un bel problema. La grande difficoltà è quando il gruppo va ad alta velocità. La mattina si preparano 3 casse-frigo per un totale di 180 borracce. In più siamo organizzati per avere altre 100 borracce se le giornate sono molto calde. Poi prepariamo dei panini, delle tortine di riso, crostatine con marmellata, gel e barrette… Mangiano bene, non gli manca niente. Non arrivano mai né con la fame né con la sete. Cerchiamo di trattare i corridori al meglio possibile.” 

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“Siamo saliti da Faedis a piedi e dopo due ore siamo arrivati qui. Dal tronco abbiamo una buona visuale per fare le foto.”

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“Facciamoci un selfie!”

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“Siamo i diavoli della salita, siamo venuti a sostenere i ciclisti in salita. Ci alimentiamo di adrenalina!” 

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