Storie | #StorieDalGiro

Abbiamo una storia
e delle storie da raccontare

“Mio nonno era un grande tifoso del Giro d’Italia e ha trasmesso questo amore prima a mio padre e poi a me. Non ho mai avuto occasione di seguire le tappe dal vivo, questa è la prima volta. Sono molto contento che quest’anno il Giro sia passato dalla Sicilia. Questi atleti compiono grandi sacrifici per giungere al traguardo. Impegnarsi per ottenere un risultato è il più grande insegnamento dello sport.”

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“Sono australiano, questo è il ventesimo Giro d’Italia che seguo dal vivo. Ho iniziato nel 1999, quando la corsa partì da Agrigento. Penso che questo sarà l’ultimo Giro a cui assito perché l’anno prossimo compio 75 anni e pedalare su queste strade è bellissimo ma molto impegnativo.”

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“Molti tifosi sono accorsi qui per il Giro d’Italia. I turisti, però, guardano il pesce ma non lo comprano. Qui vendiamo soprattutto agli abitanti locali.”

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“Siamo qui per vedere l‘arrivo del Giro d’Italia e per tifare Aru. Io sono appassionato di calcio ma da una decina d’anni mi sono avvicinato alle due ruote e faccio gare amatoriali in mountain bike con una squadra. Con la mia fidanzata pedalo in riva al mare. Per me, infatti, il ciclismo è sinonimo di libertà e contatto con la natura. Mi ricordo quando il Giro attraversò Modica. I ciclisti passarono proprio sotto la finestra di mia nonna.”

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“Abito a Caltagirone. Per l’arrivo della corsa mi sono vestita da Giro d’Italia: tutta in rosa!”

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“Questa è la bandiera della Regione Siciliana. Rappresenta la nostra autonomia e il nostro orgoglio. So che potremmo fare molto di più. Eventi come il Giro d’Italia ci permettono di dimostrarci attivi e dinamici. Mi ricordo quando il Giro passò da Caltagirone nel 1976. A quei tempi la pubblicità si faceva tramite scritte di vernice bianca sui muri. Ne ho in mente una in particolare: “Viva Gimondi, viva Baronchelli”. Poi il Giro passò da qui anche nel 1986 e nel 1992. Oggi vedere Caltagirone come città di tappa mi riempie di emozione e gioia.”

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“Gestisco questo ristorante insieme ai miei figli: la nostra è una cucina tutta a base di pesce. In passato ho fatto l’attore, adesso mi continuo a divertire suonando canzoni tradizionali con il tamburello siciliano. Mi ricordo il Giro d’Italia del 1954 quando passò per la Sicilia. Io avevo 18 anni. Dei campioni del passato il mio preferito è Merckx, indubbiamente il più forte.”

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“Questa è una vecchia farmacia e abbiamo raccolto tanti reperti della tradizione siciliana: c’è un corno da parata, ci sono le ceramiche e il vino. In questo quadro sono ritratte le donne che lavoravano durante la vendemmia: si caricavano sul capo dei cesti di 30 kg ciascuno. Venivano pagate in base al numero di viaggi che facevano per trasportare l’uva. Era l’inizio del Novecento, tempi duri. Tutt’altra atmosfera di quella legata al Giro d’Italia che è capace di affascinare tutti, soprattutto i bambini. È come una giostra, felicità pura. La sua capacità di unire le persone rappresenta il suo significato più vero.”

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“Da piccolo io e gli altri bambini facevamo le gare in bicicletta per vedere chi arrivava primo. Il nostro idolo era Pantani. Mi è dispiaciuto molto quando è stato protagonista di quello scandalo. Hanno offuscato un campione che ha dimostrato sulle strade tutto il suo valore. Per me il ciclismo rimane uno dei pochi sport che conserva un’immagine intatta e pulita.”

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