“Ho fatto il primo Giro nel 1979, dal ’86 li ho fatti tutti in moto e ho visto tutta l’Italia. Ora che c’è mio figlio in moto, io vado a cercare quelle foto un po’ particolari, quelle che in corsa rischi sempre di fare meno. La storia del Giro è raccontata anche dalla gente, dal paesaggio anche perché, a differenza del Tour, l’Italia ha dei paesaggi stupendi. Questo lavoro mi ha permesso di conoscere l’Italia, la gente e di essere apprezzato per le mie immagini. Seguire il Giro è anche libertà, come ora, qui sullo Stelvio: ti senti libero, vedi ovunque e il bello è riuscire a fare un’immagine fotografica che racconti tutto questo. Ricordo il primo Gavia che abbiamo fatto, era il terzo anno che seguivo il Giro in moto, ero ancora inesperto e ci siamo trovati sulla montagna con la strada tutta innevata. C’erano ancora le pellicole e facevo fatica a cambiare i rullini con le mani ghiacciate. Ci siamo trovati, senza rendercene conto, nella storia del Giro”.
Roberto Bettini, fotografo storico del Giro d’Italia
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