Giro Archives | Pagina 15 di 21 | #StorieDalGiro

Un cameriere al Giro

“Sono di Alberobello, faccio il cameriere, è la prima volta che vedo il Giro. Non l’avevo mai seguito prima, neanche in TV. Sono appassionato di sport, ma preferisco praticarli piuttosto che guardarli”.

Il Giro delle due Sicilie

“Questo è territorio Borbone. Luigi di Borbone, fratello di Ferdinando II, ribattezzò queste terre “Luigiane” e questa è la bandiera del Regno delle due sicilie”.

Il Pirata e la forza di mio nonno

“Mio nonno stava male, era obbligato a stare sul divano, eppure, per il giro, ritornava vivo. Un giorno la TV era accesa, sintonizzata su una tappa, Pantani attaccò in salita e lui, nonostante la malattia, si alzò in piedi. Io ero bambina, quella scena mi rimase impressa, mi resi conto di quanta forza ed emozione ci sia dietro questo sport. Qualcosa che va oltre”.

Ho cominciato a seguire il ciclismo grazie a mio nonno

“Ho cominciato a seguire il ciclismo grazie a mio nonno. Ero piccolino, poteva essere  il ’98 o il ’99, c’era il Pirata. Poi ebbi una grossa delusione con Riccò: credevo potesse ripercorrere le orme di Marco. Quando venne squalificato fu una mazzata. Per fortuna poi è arrivato Nibali. Ha riportato l’Italia al posto che le compete. L’Italia rappresenta la storia del ciclismo”.

Catturare il Giro

“Sono qui per catturare il Giro sulla mia telecamera, monterò il video e poi lo giro al canale web per cui lavoro”.

A me il Giro piace, a lui non so

“A me il Giro piace, a lui non so. Ero piccolo e i ciclisti arrivavano sul chilometro più bello d’Italia. Mi ricordo il podio. Gimondi mi fece un autografo. Devo averlo ancora da qualche parte”.

Noi e Vincenzo

“Vincenzo ci ha fatto appassionare a questo sport. L’anno scorso recuperò 5 minuti in 2 tappe e poi quella tappa in cui vinse con tutta quella neve. E’ stato bellissimo!”

Mi bastano due ruote

“Corro, pedalo, mi diverte, mi fa stare bene. Poco tempo fa mi sono fatta male, un infortunio, ma io non smetto di correre, né in bici, né a piedi. E’ la testa che mi porta, è il cuore che mi dà la forza, altro non mi interessa. Mi basta avere due ruote e la voglia di correre nelle mie gambe!”.

Spinning in rosa

“Sono uno sportivo, amo lo sport. Giocavo a calcio, ma la bicicletta è sempre stata una mia passione. Faccio spinning, lo insegno dal ’93. Non è la stessa cosa, ma aiuta a tenersi in forma. Del Giro ho tanti ricordi. Ho 63 anni e ho fatto in tempo a vedere tanti campioni: Magni, Coppi e quello che ha un posto speciale nel mio cuore, Pantani. Poi abbiamo il nostro siciliano DOC, Nibali che, insieme a Visconti, ammiriamo tanto. E’ uno dei grandi, ma speriamo diventi ancora più grande”.

“Da qualche anno a questa parte il ciclismo mi ha preso sempre più, lo seguo e lo pratico. Faccio tanti chilometri insieme ad altri “giovani vecchi” di una certa età. Di solito pedaliamo nei dintorni di Milano, verso Pavia, Morimondo…ogni tanto andiamo a fare qualche salitina, ma a 60 anni bisogna saper moderare le prestazioni, anche se il mio sogno è fare la 9 colli l’anno prossimo. Per me il Giro è il Panta, non ce n’è come lui, è stata la scintilla che mi ha fatto scattare questa passione”.

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“Sono innamorato del ciclismo da quando ho 15 anni e seguo il Giro da quando ne ho 16. I primi li seguivo in bicicletta, poi, una volta presa la patente, ho potuto allungare le distanze. L’idea è sempre stata quella di seguirlo in tenda, dormendo sui passi. Nel 2004, insieme a un amico e alle rispettive ragazze e al mio cane, decidemmo di dormire in tenda in cima al Gavia a 2600 mt. Caso volle che quella notte ci fu una tormenta di neve. Arrivammo verso mezzanotte, senza catene, slittando a destra e manca. Ci fermammo a 1 chilometro e mezzo dall’arrivo e in qualche modo fissammo le tende e ci buttammo dentro, usando il cane come calorifero naturale. Alla mattina ci alzammo con 30 cm di neve e realizzammo di aver fissato la tenda a 10 cm da un burrone. L’ho fatto per diversi anni, quello era il modo in cui vivevo il giro fino a qualche anno fa. Poi mi sono imborghesito e ora sono costretto a seguirlo da qui. La passione è ancora tanta però”.

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“Io sono di Firenze, lei di Milano. Così siam riusciti a vedere le tappe a Firenze, qui, e andremo a vedere il gran finale a Milano. Il ciclismo ci piace per il contatto con la natura e il senso di libertà”.

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“Abito qua intorno, nelle montagne bergamasche. Ho fatto un giro e ora scendo e rientro verso casa. Una bella doccia, mangio e inizio a guardare la tappa in TV. Oggi passano proprio sotto casa mia, così, quando il gruppo si avvicinerà, scenderò a vederli dal vivo.”

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“Appassionato è una parola grossa. Secondo me il Giro è bello soprattutto per scoprire l’Italia, i paesaggi. Qui, per esempio, non ero mai stato”.

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“Ogni anno vengo a vedere il giro e ogni anno mi travesto. Un anno ho messo le pinne, la muta e quest’anno son venuto in accappatoio. Sono un tifoso del Giro e sono amico di Nizzolo. Dovevo farmi vedere da lui, ma si è ritirato.”

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“Tre anni fa ero qui con il ragazzo che frequentavo a quel tempo. Erano 3 giorni che stavamo insieme. Per assurdo oggi ho incontrato un gruppo di amici che mi ha detto che c’era anche lui. Fortunatamente ci eravamo lasciati in buoni rapporti. Oggi, neanche farlo apposta siamo qua. L’ho incontrato e abbiamo fatto la salita insieme. E’ stato piacevole”.

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“Siamo un gruppo di colleghi e amici, però accogliamo tutti. E’ la prima tappa che seguiamo quest’anno. L’anno scorso abbiamo fatto il colle dell’Agnello e oggi siamo venuti qui. Purtroppo è l’unico arrivo in salita in Piemonte, seguiremo solo questa tappa, col lavoro è complicato. Abbiamo voluto fare questo striscione che riassume un po’ il nostro spirito: ciclismo genuino. Finita la pedalata, si va a mangiare!”.

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“Siamo qua da qualche ora, mi ero seduta qui a rilassarmi. Sono venuta sia quando vinse il Pirata sia 3 anni fa quando vinse un italiano”.

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