Giro Archives | Pagina 3 di 21 | #StorieDalGiro

Si viene per far festa

“Siamo qui per passione, seguiamo il Giro spesso e volentieri. Quest’anno non siamo riusciti a fare la salita in bici, ma l’importante è esserci. E’ bello il contorno, l’ambiente: è uno sport gratuito. Si viene per far festa”.

Credo sia nata lì la passione

“Non gareggio, ma per passione giro nelle colline qua attorno. Da piccolino vedevo mio papà andare spesso in bici, credo sia nata lì la passione”.

E’ stato facile innamorarsi del giro d’Italia

“Lei mi regalò una bicicletta per Natale, anni fa, poi la passione è continuata al punto che tuttora ci vado a lavoro e ci faccio le uscite giornaliere. Ci siamo addirittura trasferiti per poter andare a lavoro in bici. Quando esco in bici le mando le foto di dove arrivo, anche solo del cartello col nome del paese. Quando lei è a lavoro mi porto la bici in casa e la lucido. Ho studiato anche i libri di meccanica per sistemare la bici. E’ tutta colpa sua, e di Bartali. Mi sono appassionato quando ho scoperto che nascondeva i documenti nel telaio della bici per aiutare le persone. Da lì è stato facile innamorarsi del giro d’Italia”.

Ci sembrava di aver fatto un’impresa

“Siamo ciclisti amatoriali. Avevamo intenzione di salire con i motorini, ma per fortuna non lo abbiamo fatto. Abbiamo incontrato persone da tutta italia, da tutto il mondo, persino dall’Australia. A metà strada ci hanno offerto vino e salsiccia. E’ stato bellissimo! Siamo saliti fino a qui e ci sembrava di aver fatto un’impresa, poi abbiamo visto un ragazzo salire con la bici da passeggio. Incredibile.”

Siamo amici da 30 anni, siamo amici da sempre

“La mia storia comincia nel 1983. Venni in Italia a correre in bicicletta. Sono stato un paio di anni a fare il corridore a Milano, per la Guercioli. Poi non passai professionista e smisi di correre. Quello stesso anno mi sono laureato in educazione fisica ed entrai a lavorare con una squadra di ciclismo francese. Qualche anno dopo, a d un giro di Catalunya conobbi Maurizio Fondriest e poco tempo dopo lui mi chiese di lavorare con lui. Venni qui a Cles e cominciai a fare un po’ di tutto per lui, dal massaggiatore al procuratore, fino all’88, quando divenne Campione del Mondo. Poi le nostre strade si divisero, io tornai in Cile, ma fu solo una separazione professionale. Siamo amici da 30 anni, siamo amici da sempre.”

Mi sono attrezzato bene

“Sono in attesa dei corridori. Ci vorrà un po’, ma mi sono attrezzato bene”.

Le montagne hanno una storia.

“Le montagne hanno una storia. Prendi questa. Qua sopra c’è una cava di marmo rosso. Se ci fai caso vedrai dei pezzi di legno lungo il crinale perché, fino a quasi 20 anni fa facevano scivolare, da 1500 metri di altitudine fino a qua, questi enormi pezzi di marmo rosso. Ora la vegetazione ha coperto tutto, il marmo si porta giù coi camion. Sono tornati anche gli orsi. Ecco, il giro ha la capacità unica di raccontare le storie delle montagne: lo Zoncolan, il Mortirolo, lo Stelvio, montagne epiche, con una storia”.

Il Giro, mia madre e il sacrificio

“Siamo partiti stamattina, con calma. Abbiamo fatto la salita in macchina. Ora ho trovato questa postazione tattica. Speriamo di non vederli salire con gli occhi di fuori. Il Giro mi ricorda mia madre, per lei era sacro, rappresentava ciò che mi ha insegnato: il sacrificio”.

Oggi c’è il giro, ed è un giorno di festa

“Questo costume è il costume tipico della Val Pusteria e si portava nelle giornate festive. Ancora oggi lo portiamo nei giorni di festa, da più di 100 anni. Oggi c’è il giro, ed è un giorno di festa. Quale occasione migliore?”.

“Sono un grande appassionato del Giro d’Italia. Mi sembra di essere ancora in compagnia di mia moglie perché venivo sempre con lei a vedere le tappe. Sono originario di Cerignola in provincia di Foggia ma poi ho vissuto a Torino per 30 anni. Facevo il barbiere. Negli ultimi anni ho vissuto con mia moglie a Mirandola dove abbiamo vissuto in prima persona i disagi del terremoto. Se posso cerco di seguire tutte le tappe possibili. Mi ricordo quando comprai la bicicletta e da Torino, animato dalla passione per il ciclismo, feci il giro del Sestriere. Alla fine ero talmente stanco che decisi di mettere i lucchetti alla bici e comprai una vespa! Troppo faticoso per uno fuori allenamento come me. Oggi tifo per Pozzovivo mentre in passato il mio idolo era Pantani. Lo seguivo spesso durante il Giro. La sua gara al Passo dello Stelvio rimarrà memorabile per me.”

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“Arrivo dalla Nigeria, sono in Italia da due anni. Conosco il Giro d’Italia perché lo guardavo in televisione. Oggi è la prima volta che lo vedo dal vivo. Non conosco i nomi dei ciclisti ma mi piace molto assistere al loro passaggio!”

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“Abito in Colombia, sono arrivata a Venezia pochi giorni fa insieme a mio cugino. Mi sono spostata in bicicletta seguendo le tappe del Giro. San Vito al Tagliamento, lo Zoncolan, Sappada. Dopo la tappa sul Lago di Garda andrò a Torino dove sarò impegnata in gara di montagna di 60 km. Da lì mi sposterò in Puglia per pedalare tra Bari e Brindisi. A Scalea mi aspetta una Gran Fondo di 130 km, poi attraverserò tutta la Sicilia. Risalirò in bicicletta lungo il mar Tirreno, da Napoli fino alla Liguria. Dopo di che andrò al Tour de France. Sono molto appassionata di ciclismo e innamoratissima dell’Italia. Ho nel cuore un lago del Nord dalle acque azzurrissime. Tra le mie tappe preferite del Giro c’è il monte Zoncolan: una tappa durissima in un luogo meraviglioso. Il ciclismo è una metafora della vita, contiene tutte le sue caratteristiche: amore, forza, dedizione, carattere e disciplina.”

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“Sono della provincia di Vicenza. Ho accompagnato mio marito a vedere il Giro, lui è già in prima fila per vedere la Corsa. Io mi riposo un po’ davanti a questa bellissima fontana. Tutti gli uomini della mia vita sono caratterizzati dalla passione per il ciclismo. Mio papà era un grande tifoso, conosceva anche Moser. Mio figlio, invece, gareggiava nella categoria juniores; io lo accompagnavo ovunque. Poi, per lavoro, ha dovuto smettere. Ricordo la tappa vinta da Ivan Basso a Verona nel Giro del 2010, io ero lì tra il pubblico. Un pensiero va anche a Marco Pantani: fu un vero idolo.”

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“Il cappello è di un gruppo veneto che suona musica rock e punk. Poi ho la bandiera della mia regione, il Veneto, a cui sono orgogliosissimo di appartenere. Nonostante la pioggia e il freddo siamo venuti qui per vedere la partenza del Giro. Tutto questo solo per assistere a 10 minuti di Corsa. Il Giro d’Italia significa festa, allegria e assenza di rivalità. Il ciclismo è unione, passione e scoperta di territori che in auto non vedresti. Insomma, sostanzialmente è libertà!”

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“Sono friulano, sono venuto a Tolmezzo e tra poco vado a vedere l’ultima salita in programma prima di Sappada. Non sono un tifoso di qualcuno in particolare. Mi piace il ciclismo in sé. Su tutti adoro i velocisti per la potenza che dimostrano in poche centinaia di metri. Oggi tifo Pozzovivo. È un ragazzo molto disponibile, lo abbiamo incontrato ieri dopo le fatiche sullo Zoncolan e si è dimostrato gentile con chiunque. Non è da tutti dopo quella gara così impegnativa!”

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“Visto che quest’anno l’Italia non parteciperà ai Mondiali ci consoliamo con il Giro d’Italia. Scherzi a parte, amiamo molto il ciclismo e lo seguiamo dal vivo da qualche anno. Arriviamo da Vicenza, ci siamo svegliati alle 5 per essere qui. Temevamo di rimanere bloccati nel traffico. Tifiamo Pozzovivo, non vediamo l’ora di vederlo passare per incitarlo. Ci faremo sentire sicuramente! Abbiamo maturato la passione per il ciclismo in età diverse: chi da bambino grazie al proprio nonno e chi in età più adulta. Oggi siamo tutti tifosi e ogni estate tutti i giorni ci vediamo per fare un giro in mountain bike.”

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“Amo questo genere di competizione. Il mio ciclista preferito è Simon Yates. In diverse occasioni ho assistito dal vivo sia al Tour de France che alla Vuelta ma è la mia prima volta al Giro d’Italia. Sto seguendo diverse tappe, arriverò fino a Roma. Mia moglie adora quest’atmosfera e gli italiani sono ospitali e simpatici. Il mio campione italiano preferito è Marco Pantani, il Pirata. Lo vidi al Tour nel 1998. Ammiro anche Ivan Basso.”

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“Sul monte Zoncolan ho vinto due volte. Ero uno scalatore e aggiudicarsi questa tappa era un traguardo ambito. Oggi sono qui in borghese per festeggiare e incontrare i tanti amici presenti. Ovviamente ho tantissimi ricordi legati al Giro perché ogni giorno riservava un’avventura. Il più bello deriva proprio dalla vittoria sullo Zoncolan perché è forse la salita più difficile. Oggi l’ho affrontata senza fatica e questo mi ha permesso di capire quanto sia numeroso il pubblico ai margini della strada. Ho ancora persone che mi incitano vedendomi passare, è davvero bellissimo.”

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