Giro Archives | Pagina 13 di 21 | #StorieDalGiro

Non potevamo certo mancare

“Io seguo il Giro da quando ero bambino. Ricordo quando passava sulla strada 19 delle Calabrie. Sono 10 anni che veniamo a vedere almeno una tappa della corsa in rosa. Vado sempre in carovana ma oggi siamo arrivati tardi per l’accredito. Pazienza, non riuscirò a passare sotto l’arrivo, ma va bene anche così, lo guarderemo come tifosi da qui. E’ il centesimo giro, non potevamo certo mancare”.

La signora in Rosa

“Sono qui da ieri sera. Non sono appassionata, ma ero molta curiosa di vedere il Giro e poi il rosa è il mio colore e quindi oggi ne ho approfittato”.

Vediamo chi arriva per primo

“Il Giro d’Italia mi piace, i corridori sono tutti bravi, vediamo chi arriva per primo!”.

W il ciclismo!

“Ero un grande tifoso di Gianni Bugno e andavo matto per le volate di Cipollini. Lavoro per un’agenzia di eventi e ora sono al seguito del Giro per lavoro. Stare qui è meraviglioso, il ciclismo è uno degli sport più belli che ci siano. Io ho sempre fatto altri sport nella vita ma ho sempre ammirato il ciclismo e i corridori. Come fanno ad andare così forte in salita non lo so. W il ciclismo!”.

Riposare gli occhi per vedere meglio

“Stavo riposando gli occhi prima dell’arrivo di tappa, così riuscirò a vederlo meglio!”.

Anche il cane guarda la corsa

“Vado in bici. Lo pratico a livello dilettantistico, ma prevalentemente seguo i miei figli. L’ultima volta che l’abbiamo visto passare era il 2000. Questa posizione è tattica, l’ho scelta per lo più per il cane, così anche lui riesce a vedere la corsa”.

Solo quando passa di qua

“Seguo il Giro solo quando passa di qua, ma è una cosa che mi piace moltissimo!”.

Il discobolo

“Faccio sport, adesso un po’ di vela, prima lancio del disco. Ho vinto i regionali in Veneto, gareggiavo per la marina. Il ciclismo no, la mia stazza non è proprio adatta. Ho paura che a salire sulla bici le ruote diventino quadrate. Il Giro però è qualcosa di unico,  porta gente, fa conoscere il territorio, riesce a legare regioni che, a volte, tendono quasi ad essere rivali tra loro. E’ un flusso di gente e sangue italiano che si mescola”.

Il Giro in Vespa

“Stiamo facendo il nostro Giro del Gargano in Vespa, non siamo appassionati di ciclismo, ma è una bella coincidenza esserci incontrati qua col Giro. Abbiamo fatto la stessa discesa dei corridori, noi in Vespa, loro in bici: siamo arrivati un quarto d’ora dopo di loro. Incredibile come vanno!”.

“Rappresentiamo il gruppo folkloristico delle maschere di Canazei Gries, portiamo avanti una vecchia tradizione che richiama tutto il vicinato per un grande evento o una festa. Oggi siamo qui per il Giro d’Italia”.

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“Siamo un gruppo nato nel 2006 sul Monte Bondone, ci chiamiamo “W la Fuga”.  Avevamo una televisione piccolissima e abbiamo sentito ad un certo punto “è andato in fuga!”, noi pensavamo Gilberto Simoni e invece era Ivan Basso… Da lì è nato il nostro slogan, poi abbiamo fatto gli strumenti artigianali e una bici che fa chiasso e ogni anno facciamo due tappe del Giro d’Italia portando un po’ di colore, di folklore e di allegria”.

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“Questo è il costume della Mùsega Auta Fascia, che sarebbe la banda dell’alta Val di Fassa, creata tra i comuni di Canazei, Mazzin e Campitello. Rappresentiamo, tramite la trazione e la cultura, la nostra etnia latina. Oggi siamo venuti a portare il nostro contributo insieme agli altri gruppi folkloristici”.

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“Siamo stati compagni di squadra, siamo amici ormai da 8 anni. Sempre amici. E anche se abbiamo smesso di correre, continuiamo a sentirci e ora facciamo gli amatori. Abbiamo fatto qualche garetta, così per stare in gruppo. Non possiamo più fare a meno della bici”.

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“Questa è la mia prima passione. Avevo 4 anni e mezzo, ho visto la tappa del ’52 Bolzano – Bergamo che passava fuori da casa mia in Valcamonica. Io ero lì con la biciclettina regalatami dalla nonna, sono andato sulla statale dove sarebbe passata la carovana.. e mi ricordo tutti, c’erano Coppi, Magni, Bartali. Quel giro lo vinse Coppi”.

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“Abbiamo la passione per le due ruote, andiamo anche in bici ma questa è l’occasione per seguire il Giro d’Italia. Ieri abbiamo fatto lo Stelvio, magari domani facciamo il Pordoi in bici e ci spostiamo di nuovo”.

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“Ricordo quando ero sul Mortirolo nel ’94, quando è “nato” Pantani. Io ero lì perchè sono nato ai piedi del Mortirolo, a Mazzo di Valtellina. Nessuno di noi sapeva chi fosse “Pantani” perché non avendo telefonini, televisione e radio, non sapevamo che il giorno prima avesse vinto una tappa al Giro e ci trovammo questo uomo con la maglia Carrera senza capelli in testa al gruppo. Era lui, Marco Pantani”.

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“Qui a Moena ho vinto una bella tappa del Giro d’Italia nel 1966, ho vinto tutti i Gran Premio della Montagna, ricordo che nevicava! Non come nella fotografie che vediamo del Gavia, ma nevischiava, ma capita, è normale!
Quel Giro è stato importante: ho vinto un paio di tappe, il Giro e la classifica a punti. Per il momento siamo solo io, Saronni e Merckx ad aver vinto Giro e classifica a punti. E’ stato un anno in cui sono andato molto forte e quando uno va si diverte anche, non ho mai fatto fatica.. si, in alcuni attimi, ma…

Ora, con la “scusa” che devo fare il Giro d’Italia, mi devo preparare prima e stare bene ma non faccio troppa fatica a pedalare, cerco dei percorsi più o meno pianeggianti… e poi d’altronde mia mamma ha sempre detto “Zucch e melon a la sua stagion” e io cerco sempre di seguire questo consiglio!”
Gianni Motta, vincitore del Giro d’Italia 1966, di un Giro di Lombardia e di tre Giri dell’Emilia

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“Io sono il Lumi, l’uomo luminoso che segue il Giro e qualche volta il Tour, dando la luce e ravvivando la corsa”.

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