Storie | #StorieDalGiro

Abbiamo una storia
e delle storie da raccontare

“Mi sono avvicinata al mondo del ciclismo grazie a mio marito che praticava gare di Gran Fondo. Da lì è maturata in me una grande passione che ho trasmesso anche ai miei figli. Il mio rapporto con lo sport iniziò con una mezza maratona. Poi decisi di integrare la corsa con il nuoto e, alla fine, ho conciliato tutto con il Triathlon. Amo il ciclismo perché può essere vissuto sia individualmente sia in gruppo. La fatica delle salite si affronta in solitudine ma il gruppo si rivela preziosissimo per arrivare in cima. Proprio come nella vita.”

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“Stiamo preparando la polenta per più di 200 persone. La carne deve cuocere più di 7 ore. Sarà pronta proprio per l’arrivo della tappa. Siamo appassionati del Giro. Ci ricordiamo bene l’arrivo di Pantani allo Zoncolan nel 2003. Fu una grande emozione.”

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“Siamo un gruppo di amici venuti qui per assistere alla Corsa. Ogni anno seguiamo dal vivo almeno due tappe. Ci siamo conosciuti 20 anni fa durante un Giro d’Italia ed è nata una bella amicizia. Durante l’anno ci vediamo per decidere quali tappe vedere e per organizzarci insieme. Il Giro permette di socializzare, unisce le persone. Noi ne siamo la testimonianza vivente. Pensando ai ricordi più belli viene subito in mente Marco Pantani. Ma anche altri episodi più goderecci come gli spaghetti mangiati dopo la tappa terminata alle Tre Cime di Lavaredo o il cappone gustato dopo il Mortirolo. Buonissimo pesava 5 kg!”

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“Abito a Sestri Levanti e sono un super tifoso di Gilberto Simoni. Da piccolo andavo sempre in vacanza nel suo paese e siamo diventati molto amici. Ho dei ricordi bellissimi legati allo Zoncolan. Il più emozionante fu la vittoria di Simoni nel 2007. Gilberto era reduce da Giri faticosi e sofferti in cui non riuscì a vincere per pochissimo. Quando salì sul podio mi passarono davanti tante diapositive legate alla sua sofferenza dovuta a quelle mancate vittorie. Durante la premiazione si dedicò ai fotografi ma poi mi chiamò per passarmi la bottiglia, incitandomi a bere. Festeggiammo tutta la sera, fu straordinario. In questo striscione ricorro all’idioma genovese per incitare il mio campione, ci tengo moltissimo. Risale al 2011, l’anno successivo al ritiro di Simoni. Considero lo Zoncolan una sorta di “Cima Simoni” perché qui Gilberto ha vinto per due volte, su entrambi i versanti. Essere su questa montagna rappresenta un’emozione paragonabile ad una notte d’amore con la più bella tra le donne più belle. Il ciclismo è l’amore che nella vita ha saputo donarmi più di quanto abbia dato io. Mi ha permesso di conoscere tantissima gente con cui si sono creati legami indissolubili. Davvero fantastico.”

 

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“Sto scrivendo una dedica al mio paesino in provincia di Lucca: Villa Basilica. Ogni anno scegliamo una tappa da vedere dal vivo. Quest’anno abbiamo optato per li Zoncolan. Anche nel 2011 eravamo qui ma non riuscimmo a salire oltre i 5 km. Troppo dura. Questa volta abbiamo preso la funivia! Siamo un gruppo di amici appassionati di ciclismo, seguiamo insieme la Tirreno Adriatico e le altre classiche del nord. Fu mio nonno a trasmettermi questa passione. Seguivo il Giro con lui agli inizi anni Novanta. Era l’epoca di Bugno e Chiappucci. Ho tantissimi ricordi legati al Giro. Tra i più belli ci sono i momenti vissuti dal vivo: la vittoria di Anton qui allo Zoncolan nel 2011 oppure la sensazione a Colle delle Finestre: sembrava di essere allo stadio. Ricordo lo scatto di Aru quando staccò Contandor e andò a vincere a Sestriere.”

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“Vengo dalla Repubblica Ceca, ho costruito questa bicicletta a forma di Italia per omaggiare il Giro. Si chiama Girolinda! Ne ho altre due, dedicate al Tour e alla Vuelta. Sono dei tributi a queste manifestazioni bellissime. Il Giro d’Italia è spettacolare. Io sto seguendo dal vivo molte tappe. Ieri ero a Osimo, oggi a Ferrara. Poi andrò a Torino e infine a Roma per il finale.”

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“Siamo di Ferrara, siamo qui a vedere il Giro trascinati in primis dalla mia bimba che è una grande appassionata. L’ho sicuramente contagiata io perché sono una fervida amante della Corsa Rosa. Seguo anche il Tour e tutte le altre competizioni. Adoro vedere tutta la tappa, dall’inizio alla fine. Qui a Ferrara vanno tutti in bici e ci sono infinite diatribe tra pedoni, ciclisti e automobilisti. Serve sempre molta attenzione perché ti ritrovi biciclette ovunque. Abbiamo molti ricordi legati al Giro. Alcuni bellissimi come quando la Corsa passò di qui mentre eravamo a scuola e uscimmo un’ora prima per seguirla dal vivo, altri poco felici come quando morì in diretta Wouter Weylandt.”

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“In occasione del Giro d’Italia il comune di Imola ha voluto ricordare i personaggi imolesi legati alla Corsa Rosa. Fortunatamente Imola ha una lunga storia da raccontare. Tra i professionisti più recenti ci sono Fabiano Fontanelli, Michele Coppolillo e Roberto Conti: sono stati importanti gregari del Pirata. In passato, invece, mio padre fu un ciclista professionista dal 1948 al 1960, poi divenne Direttore Sportivo e, infine, ricoprì la carica di Presidente della Mercatone Uno, la squadra imolese di Marco Pantani. Abbiamo voluto portare alla luce i tanti ricordi legati alla carriera di mio papà, partendo da alcuni cimeli di inizio Novecento fino alle maglie di Marco. Qui fuori c’è anche un’ammiraglia che venne abbandonata alla fine degli Anni Sessanta. È stata ripristinata ed è forse l’ultima rimasta. In famiglia siamo tutti appassionati e, negli anni, abbiamo collezionato tantissimi oggetti legati al Giro. Cerco di preservare la ricca storia italiana del ciclismo. All’estero ne sono poveri e vengono a cercarla da noi. Se tutti questi oggetti fossero stati venduti agli stranieri, oggi non sarebbe rimasto nulla. Non possiamo permetterlo!”

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“Ricordo Coppi e Bartali quando venivano qui a gareggiare al motovelodromo oppure quando passarono da Ferrara con il Giro d’Italia. C’erano anche 3 corridori ferraresi che arrivarono per primi al traguardo. Ma li fecero vincere qui solo perché erano di Ferrara! Questi sono i miei pappagalli, li ho imboccati da quando sono nati e sono rimasti affezionati a me. Hanno molta fiducia e rimangono appollaiati sulla mia bicicletta anche quando pedalo.”

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