“Questo carretto l’ho addobbato io, in tradizionale stile siculo. Le immagini raffigurano la storia dell’Orlando Furioso.
Sono amante delle moto, del turismo e delle tradizioni siciliane. Mi appassionano le due ruote e, per questo, seguo anche il Giro d’Italia. Quando avevo 10 anni lavoravo qui, in Piazza Duomo. Guardavo il Giro sul televisore in bianco e nero esposto in vetrina nel negozio vicino. Ci ritrovavamo tutti lì. Io tifavo per Coppi e Bartali.”
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“Lavoro A’ Piscarìa da tanti anni, sette giorni su sette. Solo d’estate riposiamo un po’. Il Giro d’Italia non lo guardo sempre, mi interessa solo che vinca un Italiano.
Chi ricordo del passato? Gimondi, Bartali… Italiani!”
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“Vengo dalla Repubblica Ceca, amo il ciclismo, amo l’Italia, non posso che amare il giro!”.
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“Il ciclismo in Eritrea sta andando bene, benissimo. E’ sempre andato bene, come il calcio. Ovviamente è dipeso dagli italiani. Avevamo una grande tradizione, l’abbiamo sempre avuta. C’era questo grande corridore: Berbere, lui andava forte, batteva anche gli italiani. Poi, con l’arrivo degli etiopi, la federazione del ciclismo scomparve, e tutti gli sport ne subirono le conseguenze. Per fortuna le cose sono migliorate, e oggi possiamo venire qui ad applaudire i nostri Berhane e Teklehaimanot, sono le nostre bandiere”.
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“Questo disegno l’abbiamo fatto io e la mia sorellina. Io e lei siamo dei gran sostenitori di Davide, lo incitiamo sempre e tutte le volte che possiamo andiamo a vederlo”.
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“Per me il Giro d’Italia è passione, coraggio e la bici è lealtà, condivisione della fatica e rispetto. E’ darsi del tu. E’ la mia vita praticamente.. Sono 15 anni che seguo il Giro.. mi diverte, mi entusiasma e mi rilassa. Di solito scelgo varie tappe e le seguo dalla partenza all’arrivo, principalmente scelgo le tappe di montagne. Ricordo la prima volta che sono andato con mio nonno, nel 1979: siamo andati in motorino, con grande sacrificio, a vedere una tappa in Liguria. E’ lui che mi ha trasmesso questo amore, questa passione per il ciclismo… per me la bici è l’unica cosa che è sempre rimasta fedele”.
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“Siamo venuti fino a qui per tifare il proprietario, fino ad adesso, della Maglia Rosa. Due anni fa sono andato a vederlo vincere a Trieste. Sono sei la persone che potrebbero vincere oggi, noi ci auguriamo che sia Nairo.. in ogni caso, sarà un festa!”
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“Siamo qui per passione, seguiamo il Giro spesso e volentieri. Quest’anno non siamo riusciti a fare la salita in bici, ma l’importante è esserci. E’ bello il contorno, l’ambiente: è uno sport gratuito. Si viene per far festa”.
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“Due anni fa Cavendish passò di qua con la maglia Rosa. Fu una gara bellissima. Quest’anno la vedo più avvincente. Ti coinvolge di più. Sarà perché è il centesimo Giro”.
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