“Da qualche anno a questa parte il ciclismo mi ha preso sempre più, lo seguo e lo pratico. Faccio tanti chilometri insieme ad altri “giovani vecchi” di una certa età. Di solito pedaliamo nei dintorni di Milano, verso Pavia, Morimondo…ogni tanto andiamo a fare qualche salitina, ma a 60 anni bisogna saper moderare le prestazioni, anche se il mio sogno è fare la 9 colli l’anno prossimo. Per me il Giro è il Panta, non ce n’è come lui, è stata la scintilla che mi ha fatto scattare questa passione”.
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“Sono innamorato del ciclismo da quando ho 15 anni e seguo il Giro da quando ne ho 16. I primi li seguivo in bicicletta, poi, una volta presa la patente, ho potuto allungare le distanze. L’idea è sempre stata quella di seguirlo in tenda, dormendo sui passi. Nel 2004, insieme a un amico e alle rispettive ragazze e al mio cane, decidemmo di dormire in tenda in cima al Gavia a 2600 mt. Caso volle che quella notte ci fu una tormenta di neve. Arrivammo verso mezzanotte, senza catene, slittando a destra e manca. Ci fermammo a 1 chilometro e mezzo dall’arrivo e in qualche modo fissammo le tende e ci buttammo dentro, usando il cane come calorifero naturale. Alla mattina ci alzammo con 30 cm di neve e realizzammo di aver fissato la tenda a 10 cm da un burrone. L’ho fatto per diversi anni, quello era il modo in cui vivevo il giro fino a qualche anno fa. Poi mi sono imborghesito e ora sono costretto a seguirlo da qui. La passione è ancora tanta però”.
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“Io sono di Firenze, lei di Milano. Così siam riusciti a vedere le tappe a Firenze, qui, e andremo a vedere il gran finale a Milano. Il ciclismo ci piace per il contatto con la natura e il senso di libertà”.
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“Abito qua intorno, nelle montagne bergamasche. Ho fatto un giro e ora scendo e rientro verso casa. Una bella doccia, mangio e inizio a guardare la tappa in TV. Oggi passano proprio sotto casa mia, così, quando il gruppo si avvicinerà, scenderò a vederli dal vivo.”
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“Appassionato è una parola grossa. Secondo me il Giro è bello soprattutto per scoprire l’Italia, i paesaggi. Qui, per esempio, non ero mai stato”.
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“Ogni anno vengo a vedere il giro e ogni anno mi travesto. Un anno ho messo le pinne, la muta e quest’anno son venuto in accappatoio. Sono un tifoso del Giro e sono amico di Nizzolo. Dovevo farmi vedere da lui, ma si è ritirato.”
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“Tre anni fa ero qui con il ragazzo che frequentavo a quel tempo. Erano 3 giorni che stavamo insieme. Per assurdo oggi ho incontrato un gruppo di amici che mi ha detto che c’era anche lui. Fortunatamente ci eravamo lasciati in buoni rapporti. Oggi, neanche farlo apposta siamo qua. L’ho incontrato e abbiamo fatto la salita insieme. E’ stato piacevole”.
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“Siamo un gruppo di colleghi e amici, però accogliamo tutti. E’ la prima tappa che seguiamo quest’anno. L’anno scorso abbiamo fatto il colle dell’Agnello e oggi siamo venuti qui. Purtroppo è l’unico arrivo in salita in Piemonte, seguiremo solo questa tappa, col lavoro è complicato. Abbiamo voluto fare questo striscione che riassume un po’ il nostro spirito: ciclismo genuino. Finita la pedalata, si va a mangiare!”.
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“Siamo qua da qualche ora, mi ero seduta qui a rilassarmi. Sono venuta sia quando vinse il Pirata sia 3 anni fa quando vinse un italiano”.
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