“Lavoro per il Giro e ormai è diventata una droga! E’ il mio quarto Giro d’Italia, è un ambiente bellissimo, ci sono persone meravigliose, il pubblico è calorosissimo, non solo per i corridori, ma per tutta la carovana e gli addetti ai lavori.”
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“Questa storicamente era una “zona rossa”, Bartali era cattolico, era il democristiano, mentre Coppi era il comunista. Coppi per me era una leggenda, questa figura curva, china sul manubrio, che scappava: sembrava un trampoliere, però in bicicletta era elegantissimo e quando partiva…Poi la leggenda di Fausto si connotò di questa “allure”… come dire? Tragica? Io frequentavo la parrocchia e mi dicevano che fornicava con la Dama Bianca”. Poi ho capito che non fosse proprio così ma che in realtà lui amava, e l’amore perdona tutto”.
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“Avevo questa bicicletta del papà in cantina, appesa a un chiodo. Volevo metterla a posto per andarci in stazione la mattina. Ho iniziato a pulirla e ho visto i componenti tutti lucidi e puliti. Là è iniziata la passione. Ho corteggiato questa bici più di quanto abbia corteggiato mia moglie, ci ho messo quasi 3 anni prima di convincerlo a cedermela. Ci sono anche andato in chiesa il giorno in cui mi sono sposato. Ci sono arrivato all’altare, con le mollette ai pantaloni. Poi ho sposato mia moglie eh, non la bici…”
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“E’ stata una giornata meravigliosa, tempo bello, gente magnifica, una giornata di sport bellissima con gli amici, con i tifosi. Non ce n’è, il Giro d’Italia è nel cuore. Tutti gli anni passa e io, due o tre tappe devo vederle, mi ricorda mio nonno, quando mi portava a vedere i corridori. Io ero troppo piccolo e non capivo niente, ma c’era qualcosa dentro…”.
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“Questa mattina abbiamo deciso, con i ragazzi del paese accanto, di fare il gran premio della montagna e ritornare giù. Ho la pedalata assistita ma ho deciso di partire con il motorino spento. Quando è arrivato il momento di accenderlo c’è stato un piccolo inconveniente: non ripartiva e ho pensato che la situazione si sarebbe fatta molto dura. Fortunatamente è ripartita e abbiamo concluso il nostro piccolo giro. 16 ragazzi, tutti pitturati, ci siamo fatti prendere abbastanza dall’iniziativa. Solitamente tra i nostri 2 paesi c’è un po’ di campanilismo, per usare un eufemismo, soprattutto per motivi calcistici, ma il giro unisce tutti e va oltre qualsiasi rivalità.”
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“Ho iniziato in bicicletta e poi sono passato al monociclo, ma una non esclude l’altra. Corro con entrambe. Faccio gare su distanza anche con il monociclo. Ho fatto i mondiali di monociclo e ho il record italiano di distanza su sterrato. E’ diventata la mia passione, lo uso quotidianamente. Questo è una scatto fisso, il rapporto è diretto 1:1, è la tua gamba che fa il ritmo, in salita, in discesa o in pianura. Sei sempre a giocare in equilibrio, come nella vita”.
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“Giriamo per tutta l’Italia esclusivamente con abbigliamento e bici d’epoca. Siamo partiti il 22 di gennaio da Lonigo con “L’Artica” e termineremo a fine ottobre, dopo “L’Eroica”, con “L’Imperiale” lungo la via appia. Alcuni di noi sono collezionisti, recuperiamo tutto all’estero o nelle cantine. Io ho iniziato con una bici e sono arrivata ad averne 6, qualcuno è arrivato ad averne 30! Un modo per non far dimenticare la storia della bici e del ciclismo. E’ una malattia.”
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“Ho 2 ciclisti in casa. Per noi il ciclismo significa libertà. Quando siamo in bici passa tutto!”
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“Di giri ne ricordo molti perché ho seguito il Pirata in diverse circostanze. L’ultima volta fu quando si ritirò sul Pordoi, al secondo passaggio e il giorno dopo c’era la crono da Sirmione a Desenzano. Ero al giro in camper, tutti giorni facevo la tappa prima dei corridori, per vedere le strade che avrebbero fatto. Volevo percepire l’entusiasmo della gente, vedere quello che dalla TV secondo me non si vede. E’ difficile rendersi conto di quello che è effettivamente il Giro, quello che porta tra la popolazione dei territori in cui passa. Prendi oggi, è festa! E’ la festa di tutti, dei bambini, delle mamme, hanno tutti la maglietta rosa, le bici dipinte di rosa. E’ questo”.
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