“Vengo dalla Slovacchia, è la mia prima volta al Giro. E’ un’esperienza bellissima. L’atmosfera è meravigliosa e io sono molto felice.”
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“Da bambina quando le domeniche di maggio andavo a trovare i nonni, la TV era sempre sintonizzata sul Giro. Non era possibile vedere altro, lo si seguiva anche durante il pranzo. Il ciclismo ha sempre fatto parte della mia famiglia. Il mio babbo ne è sempre stato un grande appassionato. Tutte le bici che ho avuto le aveva costruite lui, comprava i pezzi e li assemblava. Tutte le volte che pedalo, lo sento ancora più vicino.”
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“Questa è la campana che segnala l’ultimo giro in un circuito cittadino. La storia di questa campana è cominciata quando io non ero nemmeno nato. E’ la stessa da sempre, dal primo giro d’Italia. E’ un simbolo. Nessuno ha mai pensato di sostituirla con qualche aggeggio elettronico perché il suo suono è mitico.”
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“Se la bicicletta fosse uno strumento farebbe parte delle percussioni. Sarebbe un rullante, una batteria. Le percussioni in banda non si fermano mai: c’è il passo, poi la marcia, poi ancora il passo. Come in una tappa.”
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“Il primo lavoro di mio padre è stato riparare le biciclette: aveva 10 anni. La mia passione viene anche da lì. Poi è aumentata ed è diventata più grande della sua.”
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“Se parliamo del Giro d’Italia come corsa è bello quando le cose vanno bene e meno bello quando vanno male. Invece Il bello del Giro d’Italia come lo faccio oggi è cambiare posto ogni giorno per vedere la festa che cresce pian piano verso il traguardo finale. È da quando ho vent’anni che faccio questa vita e la compagnia è la cosa più importante.” Francesco Moser, vincitore del Giro d’Italia 1984 e campione del Mondo su strada e pista, nell’inseguimento individuale
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“Ho corso da allievo nella “Mobili di inzago”, nella “Salus regno”, da dilettante nella “Mobili Lissone” e “Ciclisti Monzesi”. Professionisti ne ho visti passare tanti, miei coetanei come Panizza e Sant’Ambrogio e qualche volta mi sono preso anche la briga di batterli. Ancora oggi vado forte a cronometro.”
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“Quando ero ragazzo, solo pochi avevano la TV, e io andavo a vedere il Giro al bar dove ci si riuniva tutti. L’appuntamento era fisso lì, tutti i giorni. Adesso lo guardo insieme a mio nipote.”
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“Sono appena tornato da Palma di Maiorca, dove vive mio figlio, e ho appreso la bella notizia del Giro. E’ la prima volta che passa di qua e sarà l’unica volta. Come una meteora.”
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